stefano gio semeraro

LAS BATERIAS
2017

LAS BATERÍAS_01

The title of the project Las Baterías refers to the coastal artillery groups located within the Bay of Cadiz, along whose coasts you can still see the archaeological remains of the defensive wall built between the 17th and 18th centuries. Even if the wall had a strategic importance, as it rejected enemy attacks from the maritime front, today very little remains of the ancient city walls. Many of these walls – called baterías – have in fact disappeared or have been partially destroyed, so that little is known about their original location. Nevertheless, the Spanish government has classified these artefacts as Heritage of Cultural Interest (BIC – Bien de Interés Cultural) under the category of “Historical Monument”, making them “ghost” monuments. The most striking sight for those who come across the ruins of these strongholds is the spectacle of nature that has taken over with time. You can see for example the shrubs of white broom, a typical species of this area of the Iberian Peninsula, whose roots allow them to grasp to the sandy dunes. Or the wild fig and the prickly pear, heritage of Spain’s colonial past, which today grow spontaneously in these areas. Or again, the canes of Arundo Donax, similar to bamboo, which si one of the most invasive and harmful exotic plants  and that has found here a fertile ground to proliferate.

The project is part of the ISO-FLORA Project and was exhibited in Sanremo in the Art Nouveau greenhouse of the Pedriali Pavilion in Villa Ormond’s park, as part of the Viridi exhibition. The exhibition, organized by Sanremo Photo Academy and curated by Laura Manione for the first edition of the exhibition Spazivisivi, could be described as photographic versions of greenery. The event was sponsored by the Liguria Region, the Province of Imperia and the Municipality of Sanremo, and presented the work of photographers and artists who used photography to investigate the concept of botany and greenery.

Il titolo del progetto Las Baterías fa riferimento ai raggruppamenti di artiglieria costiera situati all’interno della Baia di Cadice, lungo le cui coste si possono ancora incontrare i resti archeologici del cinturone di difesa costruito tra i secoli XVII e XVIII e la cui importanza strategica fu determinante nel respingere gli attacchi nemici provenienti dal fronte marittimo. Attualmente rimane ben poco dell’antica cinta muraria, molte di queste baterías sono infatti scomparse o sono state in parte distrutte, tanto che poco si sa della loro effettiva ubicazione. Ciò nonostante, il governo spagnolo ha classificato questi reperti come Beni di Interesse Culturale (BIC) sotto la categoria di “Monumento Storico”, rendendoli però di fatto dei veri e propri monumenti “fantasma”. Il fenomeno più appariscente per chi si imbatte nelle rovine di queste fortificazioni è lo spettacolo della natura che su di esse ha preso col tempo il sopravvento, come gli arbusti di ginestra bianca, specie tipica di questi litorali della zona costiera a sud-ovest della Penisola Iberica, e particolarmente adatta per fissare con le sue radici le dune sabbiose. O il fico selvatico e il fico d’India, che oggi crescono spontaneamente in queste zone, ma ancora ci rammentano il passato coloniale della Spagna. O le canne di Arundo Donax simili al bambù, pianta esotica tra le più invasive e dannose che qui ha trovato un terreno fertile per proliferare.

Il progetto si inserisce all’interno di ISO-FLORA Project ed è stato esposto a Sanremo nella serra liberty del Padiglione Pedriali del parco di Villa Ormond, nell’ambito della mostra Viridi. Declinazioni fotografiche del verde, organizzata da Sanremo Photo Academy e curata da Laura Manione nell’ambito per la prima edizione della rassegna Spazivisivi. L’evento patrocinato dalla Regione Liguria, dalla Provincia di Imperia e dal Comune di Sanremo, ha presentato i lavori di fotografi e artisti che hanno usato la fotografia per indagare il concetto di botanica e di verde.

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