BEPPU MONOGATARI
2018
“Tsugi wa, Beppu” (次は別府 – “Next stop, Beppu”)
The announcement of the train conductor awakens me from a light sleep, I realize that I had finally arrived at my destination, Beppu, where my brother lives and studies. It was not easy to travel to the South of Japan – differently from Tokyo, almost none speaks English and the trains are older and less technological. On the other hand, I must admit that it felt more adventurous. I communicate by hand gestures hoping that the locals will interpret them correctly, and I thank with a nod of my head. I get off the train, I walk out of the station, and in front of me I see some bright signs, few people in the streets, and hear nothing but silence. It seems almost like a slow-motion world if I compare it to cities like Tokyo and Osaka. The humidity is unbearable, even though it is almost midnight. I start to look around and see some steam rising from the various alleys of the city, I can smell the street food from small carts at the sides of the streets, and I can hear people chatting in their yukatas and wooden clogs while returning to the hotel. From far away, I can see my brother waving to me. He walks to me at a slow pace, exhausted by the hot steam that this city continuously exhales. A hug and we head home.
Beppu Monogatari wants to be a photographic tale (monogatari) of my short stay in Beppu, the town that hosted my brother for three years, when he was international student at the local university. I tried to capture with my camera everything that struck my attention – focusing on its everyday life and dynamic alleys – through my western (and unfamiliar) perspective.
I chose this location among all the places that I could see within my tour of the Japanese archipelago (I had travelled from Tokyo to Beppu, passing through Kyoto, Osaka, Hiroshima) because it is the part of the journey that struck me the most visually. Not only I could live everyday situations: I could also observe them from a perspective that was different from our shared imagination, while metabolizing stories and places. I embarked on this solitary journey in search of the extraordinary in the ordinary, as I was inspired from the work of some contemporary Japanese photographers.
My main goal was to convey through my shots the contrasting emotions that I felt while I was discovering step by step this culture, which is so different from ours and so full of misleading stereotypes.
This work represents to me a sentimental journey that allowed me to re-embrace my brother and live in person the fascinating places he told me so much about.
“Tsugi wa, Beppu” ( 次は別府 – “Prossima fermata, Beppu”)
L’annuncio del capotreno mi ha destato dal sonno leggero, intuisco di essere arrivato a destinazione, finalmente a Beppu, la città in cui vive e studia mio fratello. Non è stato semplice viaggiare nel profondo sud del Giappone, quasi nessuno parla l’inglese, i treni cominciano ad essere più datati e meno tecnologici, ma al tempo stesso più avventurosi. Comunico a gesti sperando in una giusta interpretazione da parte degli autoctoni, ringrazio con un cenno della testa. Scendo dal treno, mi incammino fuori dalla stazione e dinanzi a me vedo alcune insegne luminose, silenzio, poche persone nelle strade. Sembra quasi un mondo a rallentatore se paragonato alle città di Tokyo e Osaka. L’umidità è davvero insopportabile, nonostante sia quasi mezzanotte. Comincio a guardarmi intorno e vedo fumi che si alzano nei vari vicoli della città, odori provenire da piccoli carretti ai lati delle strade, alcune persone in yukata e zoccoli di legno chiacchierare mentre rientrano in albergo. Da lontano, mio fratello mi fa un cenno con la mano, lo vedo arrivare a passo lento, anche lui esausto dai vapori caldi che questa città espira continuamente. Un abbraccio e ci dirigiamo verso casa.
Beppu_Monogatari vuole essere un racconto (monogatari) fotografico del mio soggiorno breve in questa cittadina, Beppu, che ha ospitato per tre anni mio fratello, studente internazionale presso l’università locale. Attraverso la mia visione occidentale ed estranea al luogo ho cercato di catturare con la mia fotocamera tutto ciò che colpiva la mia attenzione, la quotidianità e la vita nelle piccole strade.
Da questo tour attraverso l’arcipelago giapponese (da Tokyo verso Beppu, passando per Kyoto, Osaka, Hiroshima) ho estrapolato quella parte di viaggio che più mi ha colpito visivamente, dove ho potuto vivere situazioni quotidiane e fuori dall’immaginario comune, metabolizzandone storie e luoghi. Ispirato dai lavori di alcuni fotografi giapponesi contemporanei, ho intrapreso questo viaggio solitario alla ricerca dello straordinario nell’ordinario, tentando di trasmettere attraverso i miei scatti le emozioni contrastanti che ho provato nell’addentrarmi, poco alla volta, in una cultura così diversa da quella occidentale, così stereotipata ai nostri occhi e a tratti di difficile comprensione.
Un viaggio sentimentale che mi ha portato a riabbracciare mio fratello e a vivere di persona quei luoghi affascinanti da lui tanto raccontati.