APULIAN DIORAMAS + TYPOS
2018 – ongoing
Each olive tree imprint represents the past memory hidden between the trunk’s veins, which arrived in the present but probably not seeing the future.
These images want to tell the uncertain future of the Apulian olive heritage, protagonist of an inevitable deletion of the current landscape.
Apulian Dioramas + Typos è un lavoro nato collateralmente al progetto Living Sculptures del 2018, quando ero intento a fotografare gli ulivi nelle campagne pugliesi.
Durante questo periodo ho avuto modo di osservare i campi in cui camminavo e le caratteristiche del territorio intorno a me. Da qui alcune riflessioni che mi hanno spinto ad andare oltre l’atto fotografico, per raccontare la trasformazione del paesaggio pugliese in cui sono cresciuto, le campagne che circondano Carovigno. Il mio paese è circondato da ulivi centenari, alcuni millenari, sopravvissuti a guerre e invasioni, testimoni di eventi passati.
Prima che si parlasse di infezione da Xylella, ho sempre dato per scontato che questi giganti verdi sarebbero
stati i guardiani delle generazioni future, come lo sono stati per la mia. Nessun pugliese immaginava che il 2013 sarebbe stato l’inizio di un profondo cambiamento del territorio. Intere aree del Salento sono adesso cimiteri di alberi disseccati, mentre nelle zone pugliesi poco più a nord si cerca ancora di fermare l’epidemia sperimentando cure, e creando zone cuscinetto eradicando gli ulivi ancora sani.
Cosa crescerà su queste terre un tempo animate di ulivi?
Che tipo di paesaggio troverò tra 20 anni?
Quale futuro per gli ulivi?
Ho tentato di rispondere a queste domande che hanno occupato la mia mente in questi ultimi anni, attraverso una personale interpretazione del territorio pugliese.
In Apulian Dioramas, le vedute paesaggistiche in bianco e nero descrivono il territorio tipico carovignese, in cui i protagonisti sono gli ulivi in pose plastiche, quasi a ricordare le ambientazioni per scopi didattici (dioramas) all’interno di un museo di scienze naturali. Il senso di quiete e immobilità temporale di questi dioramas viene interrotto dalla presenza di segni rosso sangue che coprono ampiamente la veduta. Coloro che hanno avuto modo di attraversare alcuni di questi campi di ulivi, hanno probabilmente notato delle lunghe linee orizzontali o delle grosse X di colore rosso intenso su molti tronchi, segni per indicare le piante infette da Xylella e destinate ad essere abbattute. Allo stesso modo, ho utilizzato ampie pennellate di tinta acrilica rossa per ricreare questi segni sulle stampe fotografiche, marchi indelebili che rappresentano la condanna a morte per molti ulivi, protagonisti di una inevitabile trasformazione/cancellazione dell’attuale paesaggio.
Typos (dal greco τύπος “segno”, “impronta”) nasce con l’intento di eseguire un lavoro sui tronchi degli ulivi, le cui cortecce ruvide somigliano ai visi dei nostri antenati che tempo fa avevano piantato queste piante. Partendo da questo antropomorfismo dei tronchi, ho voluto ritrarre gli ulivi come fossero anziani saggi in posa, e da ciascuno di loro ho voluto prendere una sorta di “impronta”, come per il riconoscimento e identificazione di corpi ritrovati. Partendo da questa idea, ho iniziato a sperimentare alcune tecniche e mi sono soffermato sul frottage, ispirato anche dai lavori dell’artista giapponese Masao Okabe. Per poter agire sui tronchi degli ulivi e ottenere un insieme di tracce e segni che fossero identificativi, unici, ho utilizzato la tinta acrilica nera su carta, affinché l’impressione risultasse più forte e duraturo rispetto al carboncino.
Ogni impronta di ulivo rappresenta la memoria di un passato celato tra le nervature del tronco, giunto nel presente ma che probabilmente non vedrà il futuro.